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Fin dal 18° secolo era già nota la presenza di rocce sommerse al largo delle coste del nord Adriatico. I pescatori locali le hanno sempre chiamate “Tegnùe” per la loro capacità di trattenere e rompere le reti. Questi fondali sono sempre stati apprezzati per la loro pescosità anche se temuti per i motivi di cui sopra. Tegnùe ce ne sono in tutto l’Adriatico settentrionale a profondità variabili dai 15 ai 40 metri.Hanno dimensioni variabili da piccoli massi isolati fino a formazioni estese per centinaia di metri. Le Tegnùe sono rocce costruite da organismi marini generalmente sovrapposti a substrati duri precedentemente formatisi per il consolidamento di sabbie. Si tratta in definitiva di veri e propri reefs naturali, che differiscono da quelli tropicali perché i principali organismi costruttori non sono i coralli ma le alghe rosse calcaree chiamate “Corallinacee”.
Nel 2002 vengono dichiarate “Zona di Tutela Biologica” dove é vietata qualsiasi forma di pesca, l’ancoraggio e l’immersione al di fuori delle boe predisposte.
Le mappe ed i percorsi guidati, predisposti dai diversi club subacquei, conducono i sub nei punti di maggiore interesse aumentando la sicurezza dell’immersione.
La bassa profondità, l’apporto di acqua dolce dei fiumi e l’irradiamento solare estivo, portano alla stratificazione della colonna d’acqua con conseguente termoclino a volte molto evidente. La temperatura dell’acqua sul fondo è piuttosto fredda anche nel periodo estivo ed è consigliabile almeno una muta da 5 mm. Nel periodo invernale la temperatura può scendere anche sotto i 10°. La trasparenza dell’acqua dipende da molti fattori e può variare da zona a zona anche nel corso della stessa giornata. Tra le cause principali che possono intorbidire l’acqua vi sono le condizioni meteo, in modo particolare il mare da Scirocco che, data la poca profondità tende a sollevare i sedimenti fangosi del fondo. La stagione migliore, sia per la ricchezza di fauna e flora, sia per la trasparenza dell’acqua, è il periodo invernale e primaverile.
Effettuata la discesa lungo la cima dell’ormeggio, una volta arrivati sul fondo ci si trova sul blocco del corpo morto, dal quale partono le cime che portano direttamente ai percorsi.
Il Relitto dell’Eudokia
La scheda
Nome |
Evdokia II |
Tipo |
mercantile |
Nazionalità |
greca |
Stazza lorda |
1.437 tonnellate |
Causa affondamento |
collisione con cargo Philippos (Honduras) |
Data affondamento |
07 Marzo 1991 |
Carico |
Lamiere di ferro |
Lunghezza |
100 metri |
Larghezza |
14 metri |
Equipaggio |
9 uomini |
Morti |
nessuno |
Profondità minima |
17 metri |
Profondità massima |
28 metri |
Fondo |
sabbia |
Distanza da riva |
6 miglia |
Luogo |
Chioggia(Ve) |