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STORIA
Alla fine del 1944 la disfatta della Germania appariva inevitabile ed i tedeschi stavano disperatamente giocando quelle che ritenevano le loro carte migliori e più ingegnose. Sono di questo periodo le temibili V1 e V2 che pur rappresentavano un ingannevole successo. Gli Alleati ormai erano superiori sia in terra che in aria. Ma anche in mare i tedeschi non se la passavano bene e gli U-Boot erano ormai fortemente penalizzati dalle tecnologie di localizzazione delle forze alleate. In uno scenario disperato ed ormai senza speranza furono create le K-Flottiglie: reparti per attacchi notturni con mini sommergibili che si riteneva difficile da localizzare e che replicavano le strategie della Decima Mas Italiana. A poppa vi era il posto di guida sormontato da una piccola torretta che aveva due finestre ed era coperta da una cupola in plexiglass che faceva anche da portello di entrata. Sulla torretta era posizionato un periscopio per l’osservazione in immersione. Sotto, erano agganciati a speciali staffe, due siluri.
In combattimento, peraltro, i molch si rivelarono un fallimento totale. I piloti navigavano pressoché alla cieca e spesso usando come riferimento le sole stelle visibili tramite la cupola in plexiglass sulla torretta. Il lancio dei siluri poteva avvenire solo a pelo d’acqua rendendo sostanzialmente vulnerabile il sottomarino proprio nel momento più cruciale. Il Molch poteva viaggiare a due sole velocità e la retromarcia non era prevista. Scomodo da manovrare, il Molch in combattimento risultò un grosso fiasco e fu principalmente utilizzato per addestramento. Già durante i primi test, molti Molch affondarono con il proprio pilota. Il 25 e 26 settembre 1944, 12 Molch vennero impiegati per la prima volta contro le pattuglie alleate al largo di Mentone e Nizza. Fu un disastro! La flotta alleata non subì alcun danno, mentre soltanto due Molch ritornarono solo per essere distrutti successivamente dal bombardamento di Sanremo. L’11 novembre 1944, i Molch rimanenti furono trasferiti a Trieste e dislocati a Sistiana dove i tedeschi costruirono appositamente una base nella piccola baia sormontata dal romantico sentiero Rilke. La montagna che arriva fino alla spiaggia era un riparo ideale e fu “scavata” per aprire gallerie e sale a custodire i molch. Ancora oggi si vedono i varchi sulla montagna utlizzati per le mitragliatrici ed i cannoni. Fu costruito anche un largo scivolo per mettere in mare i mezzi subacquei.
Nei primi giorni di maggio del 1945 giunse la notizia della caduta della Germania e la sua resa. A quel punto i marinai tedeschi misero in acqua cinque Molch e a poche centinaia di metri dalla costa li autoaffondarono. Poi, sistemarono tutto l’esplosivo disponibile nella montagna e la fecero esplodere. Una frana di enormi dimensioni, tonnellate di pietre e detriti crollarono per nascondere gli ingressi della base. Tutt’ora, molti appassionati tentano (invano) l’esplorazione delle gallerie della montagna ben consapevoli dei “tesori” che tutt’ora questa può nascondere.
Negli anni Sessanta qualcuno si accorse dei Molch che giacevano sul fondale sabbioso in dieci metri d’acqua e ne fu deciso il recupero:
DATI TECNICI
Relitto: sommergibile tascabile tedesco MOLCH (detto anche “salamandra di Adolf“)
Cantiere: FLENDER – LUBECCA (Germania)
Dislocamento: 11 tonnellate
Lunghezza: 10,8metri
Larghezza: 1,82 metri
Propulsione: motore elettrico ad albero singolo tipico dei siluri con una potenza di 13 HP
Velocità max in emersione: 4,3 nodi
Velocità max in immersione: 5 nodi
Autonomia in emersione: 50 miglia a 2,9-4,3 nodi
Autonomia in immersione: 50 miglia a 3,3-5 nodi
Profondità massima: 40 metri (margine di sicurezza del 50%)
Massimo tempo di immersione: 50 ore
Armamento: 2 siluri da 533 mm
Equipaggio: 1 uomo (molto coraggioso)
Profondità dell’immersione da 8 a 10 mt
Distanza dalla costa 90 metri circa